Fidenza

24.00

Formato 22×22 cm. Pagine: 120

illustrazioni in colore e b/nero

ISBN: 88-98262-52-6 Categorie: , Product ID: 1567

Descrizione

Per diversi secoli lo statuto di città era conferito a tutti quegli insediamenti che non solo ambivano a rango di centro politico e amministrativo di un territorio ma che possedevano al pari una cattedrale, un castello o una rocca, quella di un teatro: il teatro è cruciale nel destino della città, e la città lo è nel destino del teatro. Fidenza è una città. Lo è per la sua storia, per la sua dotazione architettonica monumentale. Lo è per la presenza non solo dello straordinario edificio di Nicolò Bettoli, ma per i suoi luoghi stessi a vocazione teatrale, che ne inseguono la multiforme fenomenologia, dalla chiesa alla sala al cortile al giardino, fino al suo dilatarsi all’insieme della città, il cui tessuto viario viene percepito, nell’occasione di ingressi e di cerimonie solenni, come uno spazio urbano collettivo. La piazza, come sfondo scenografico reale o topos riprodotto nella metafora della scena urbana, assume in questa vicenda un ruolo esemplare, simbolo dell’intera città. Fidenza è stata nel corso della sua storia il luogo di straordinarie sperimentazione architettonica, dall’Antelami ai giorni nostri. In questa sorprendente rassegna di occasioni di progetto, talune realizzate altre rimaste solo allo stato di idee, occorre tuttavia poter distinguere, perlomeno negli anni recenti, le iniziative generiche di riorganizzazione e riqualificazione urbana da quelle più consistenti. Al di là delle ragioni contingenti di concorsi o di altre iniziative specifiche, alcuni progetti con un carattere di ricerca hanno avanzato ipotesi strutturali sul disegno generale della città, per una riconnessione fisiologica del suo insediamento al circuito territoriale, quello vallivo appenninico e quello della piana padana, in un sistema di riconferma degli assi costitutivi della città romana, quello longitudinale del decumano che dai complessi religiosi a sud–est conduce alla cattedrale, e quello traversale del cardo che innesta i monumenti centrali e le piazze. Tutto questo come opportunità concreta di riforma degli spazi aperti, di trasformazione degli edifici dimessi e obsoleti, di sostituzione, di conservazione e di valorizzazione dei manufatti collettivi della città. Una tradizione di lavoro che ha conosciuto momenti esemplari di dibattito e di approfondimento sulla cultura della città. A questa tradizione che ha visto importanti architetti operare su ipotesi compiute di riforma della città questa ricerca fa riferimento.

D. Chizzoniti