Adolf Loos

22.00

“Soundings” Series of Theory and architectural Openness 2/III

ADOLF LOOS

a cura di Lamberto Amistadi, Ildebrando Clemente

 

Pagine 152. Formato 21×25 cm.

Illustrazioni colore e b/n.

Data di pubblicazione: 2022

Testi in italiano e inglese

ISBN 979-12-80723-21

ISBN: 979-12-80723-21-5 Categorie: , , Product ID: 2585

Descrizione

Summary:

Ildebrando Clemente, La favola di Dio e del bottone

Lamberto Amistadi, Ornamento e gioco

Yehuda Safran, Adolf Loos: The Archimedean Point / The Curvature of the Spine: Kraus, Loos and Wittgenstein / The Thinking Reed: Arnold Schoenberg and Adolf Loos

Alberto Pérez-Gómez, The Boudoir. Fragment from An Alliterative Lexicon of Architectural Memories

“Ha scritto Adolf Loos: «Dio creò l’artista, l’artista crea l’epoca, l’epoca crea l’artigiano, l’artigiano crea il bottone». La domanda che questa divertente storiella pone alla nostra attenzione mi sembra possa essere riassunta in questi termini: in che modo e con quali aspettative, nel nostro presente, si posiziona, all’interno di questa catena di fatti, il fare dell’architetto? Oppure: in che modo, all’interno di questa catena di invenzioni e trasformazioni, si dispiega il destino del suo fare? Certo l’architetto, colui al quale secondo Loos «appartengono i muri della casa – e solo qui – egli può fare ciò che vuole», non compare esplicitamente in questa catena di eventi. Ma concediamoci, come suggerisce Loos, concediamoci per il momento che anche «l’architettura è pur sempre un’arte». In questa catena, come si può intuire, è in gioco il rapporto tra tecnica, forma e tempo. E su questo rapporto il fare dell’architetto fonda il proprio potere. Tecnica, forma, tempo e potere esprimono, per un’altro verso, un nesso di reciproca implicazione rispetto al sapere e al saper-fare. Questo nesso, lo sanno tutti, è ereditario. Nel suo aspetto essenziale questo è ciò che ribadisce anche la catena degli eventi elencati da Loos.

Su questa eredità, sul come comprenderla e trasformarla, Loos ha scritto pagine importanti. Ha costruito opere fondamentali, architetture straordinarie. Ha inventato un modo nuovo di percepire la materia e lo spazio. E ha mostrato soprattutto come, in questa catena di azioni che ci precede, affiori cruciale la domanda sulla forma. Perché la forma rappresenta, in qualche modo, la potenza del fare-pensare e del fare-realizzare che caratterizza la poiesis propria dell’architetto”. Ildebrando Clemente