Praga

25.00

La città ebraica tra mito e storia

Domenica Chizzoniti

 

Testi in italiano e inglese

 

Pagine: 120. Formato 22×22 cm.

Illustrazioni in b/nero

Data di pubblicazione: 2021

 

ISBN 978-88-98262-92-2

ISBN: 978-88-98262-92-2 Categorie: , Product ID: 2499

Descrizione

«Praga non potrà mai avere un proprio centro per l’ottima ragione che non è una città ma almeno sei di esse, unificatesi per decreto soltanto nel 1784» [Peretta R., 1997. Sei città, almeno]. La morfologia urbana della città di Praga è fatta di episodi autonomi e complessi. Questi episodi che oggi costituiscono un insieme apparentemente unitario, sono stati in passato luoghi perfetti per inscenare storie mitologiche e leggendarie. La Moldava, che attraversa la città, funge da scena fissa e divide le prime due cittadelle fortificate che daranno origine alla storia urbana della capitale. Le colline del Hradčany e di Petřin, affiancate dall’altopiano di Letná, costituiscono il paesaggio della sponda occidentale, dove intorno al IX secolo compare il castello di Praga. Sulla sponda opposta, quella ad oriente, la pendenza del terreno forma un anfiteatro naturale con il monte Vítkov ed è caratterizzata da un secondo promontorio, quello del Vyšehrad, dove un secolo dopo la costruzione del Castello del Hradčany venne eretta una nuova fortificazione: fu così che la formazione dei due castelli determinò il successivo sviluppo degli insediamenti di tutta la conca. Dentro la città di Praga esiste un profondo legame tra la storia delle vicende politiche e sociali dell’insediamento e la sua straordinaria geografia, tanto che la storia non può essere letta senza l’ausilio geografico e la lettura dell’assetto morfologico e geografico è sterile senza una sua collocazione temporale.

Praga è stata nel corso della sua storia il luogo di straordinaria sperimentazione architettonica. «Punto magico di Praga era la Città ebraica (zidovské mesto), chiamata anche Josefov, dall’imperatore Giuseppe II, che per primo attenuò, alla fine del Settecento, le discriminazioni religiose e razziali, e più tardi, nel XIX secolo, Quinto Quartiere (Pátá Čtvrt’). Contrada misteriosa, della quale ben poco è rimasto: alcune sinagoghe, principalmente la Staro-Nova (Vecchia-Nuova), e il cimitero, e il municipio, con l’orologio dalle lancette che vanno a ritroso, ricordato da Apollinaire (les aiguilles de l’horloge du quartier juif vont à rebours) e da Cendrars (et le monde, comme l’horloge du quartier juif de Prague, tourne éperdument à rebours).» [Ripellino A.M., 1973, Praga Magica].

I progetti qui presentati, in questo particolare ambito di applicazione, riguardano il tentativo di affermare la forte identità storica e culturale del quartiere Josefov attraverso il recupero di aree dismesse individuate all’interno del tessuto urbano storico, denso di quel mito e di quella leggenda che ha reso Praga una città unica nella cultura architettonica moderna. (D. Chizzoniti)