Il Giappone in miniatura

30.00

Le cartoline illustrate giapponesi dal 1898 al 1950

Marco Fagioli

Prefazione di Francesco Paolo Campione

Japan in miniature

Japanese Picture Postcards from 1898 to 1950

Testi in italiano e inglese

 

Pagine: 108. Formato 24×22 cm

220 illustrazioni a col.

Data di pubblicazione: 2015

ISBN 978-88-98262-25-0

ISBN: 978-88-98262-25-0 Categorie: , Product ID: 2275

Descrizione

“Il mondo delle cartoline giapponesi ci appare oggi come una grande sarabanda di immagini, quasi di miniature all’acquarello, magiche, che sembrano produrre una scossa e percorrere un sogno, rispetto alle cartoline delle ripetitive serie di vedute delle città europee di allora. Le cartoline stanno bene, hanno un loro vero e autonomo posto, in quel “mondo di segni” che la “camera chiara”, per usare l’espressione di Roland Barthes, ha restituito del Giappone e del suo piccolo universo in miniatura. Il centro di questo universo paesaggistico, il punto da cui tutto sembra partire e poi tornare, sono sempre le vedute del Fujiyama, la montagna sacra del Giappone. Il Fuji è l’icona bimillenaria di questo mondo di immagini, come in Occidente le Piramidi egizie o il Partenone greco, ma a differenza delle altre due icone, opere dell’uomo, è una icona della natura, e non ti viene mai il sospetto che anche questa, la montagna, sia una rappresentazione culturale: le vedute del Fuji si impongono alla vista, come il mare, una foresta, un fiume e un temporale, la neve e la pioggia, come un’essenza che preesiste alla figura dell’uomo e sopravvivrà alla sua scomparsa, quasi contenesse il segreto dell’Universo e insieme fosse di un’essenza divina. Ma anche questo, alla fine, è un mito, il simbolo di una Natura immutabile, ideale ma non vera. Anche il Fuji, come tutto il resto, rimane una visione”.

(Marco Fagioli)

 

“The world of Japanese postcards now strikes us as a great whirl of images, as it were, of magic miniatures in watercolour that seem to convey a thrill and move through a dream, in comparison with the postcards of the contemporary, repetitious series of views of European cities. Postcards are in good health, have their own real, independent place in that “world of signs” that the “light room”, as Roland Barthes called it, has given us of Japan and its tiny miniature universe. The centre of this landscape universe, the point from which everything seems to start and to which everything seems to return, is always the view of Fujiyama, the sacred mountain of Japan. Mount Fuji is the two-thousand-years-old icon of this world of images, as in the West the Egyptian Pyramids or the Greek Parthenon; but unlike these two icons, which are man-made, it is an icon of nature, and one never suspects that this too – a mountain – is a cultural representation: the views of Mount Fuji impose themselves on our sight, like the sea, a forest, a river and a storm, snow and rain, like an essence that existed before man and will outlive man’s disappearance, as if it contained the secret of the universe and at the same time were divine in its essence. But this too, all in all, is a myth, a symbol of a changeless nature: ideal, but not true. Mount Fuji, too, like all the rest, remains a vision”.

(Marco Fagioli)