CRIPTA forma terrae/forma urbis

25.00

Dentro le aree interne, visioni di futuro per Grottaminarda e il suo territorio.

Adelina Picone

 

Pagine: 216. Formato 24×22 cm

Illustrazioni a col. e b/n

Data di pubblicazione: 2019

ISBN 978-88-98262-80-9

ISBN: 978-88-98262-80-9 Categorie: , Product ID: 2247

Descrizione

Il libro, a partire da una lettura dell’evoluzione della forma urbis radicata nella geografia, indaga possibili visioni di futuro per Cripta, l’antica Grottaminarda, ed il suo territorio, costruendo scenari di trasformazione adeguati alla forma della terra ed inserendosi nell’ampio dibattito culturale e scientifico sorto a valle della Strategia Nazionale delle Aree Interne. Il testo propone l’applicazione di uno sguardo orientato al disvelamento dei caratteri naturali e geografici dei luoghi e la ricerca di una metodologia in cui l’architettura ed il progetto, interagendo con altri saperi in una prospettiva transdisciplinare e multiscalare, diventano i cardini intorno a cui innescare processi di trasformazione. Rivolgere uno sguardo progettante verso Grottaminarda impone necessariamente di considerarne il ruolo nodale all’interno della geografia del “Sistema Irpinia”, per inserire la ricerca sulla riattivazione del centro urbano nella corretta prospettiva territoriale. È necessaria quindi una visione sincronica sia alla scala urbana, in cui un focus sulla qualità della forma della città, dello spazio pubblico più che della specifica qualità architettonica degli edifici, impone la realizzazione di una strategia di intervento, sia alla scala vasta, nella quale Grottaminarda assume l’importante ruolo di porta di accesso ai paesi limitrofi. L’Irpinia è una terra che può considerarsi paradigmatica, grazie alla sua baricentricità geografica tra tre regioni (Campania, Puglia e Basilicata), ed alla sua storia insediativa, erede di antiche civiltà che hanno lasciato evidenti tracce nel patrimonio culturale, e alla ricchezza di risorse (il più importante bacino idrografico del mezzogiorno), una terra che ancora mostra le ferite delle catastrofi naturali, terremoti e dissesti idrogeologici, dove la prevenzione dei rischi è chiamata ad assumere un ruolo importante nei processi di riattivazione delle urbanità degradate.